giovedì 4 marzo 2021

Inquinamento acque dolci

                                                                                                                                                                      
                                                                                                                       
                                                            

L'inquinamento delle acque dolci

Sulla Terra sono presenti circa un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua.

Il 3% è costituito da acqua dolce sotto forma di laghi, fiumi e acque

sotterranee. Abitualmente si considera l'acqua un bene illimitato, suddiviso in

due sole varietà, dolce e salata.

Inquinare l'acqua significa proprio modificarne le caratteristiche in modo tale

da renderla non utilizzabile allo scopo a cui è destinata.

Secondo la Banca mondiale sono più di 500 i conflitti documentati per il

controllo dell’acqua di cui buona parte si concentrano nelle acque

trasfrontaliere cioè che toccano più Stati. Il Nilo ad esempio

attraversa sette paesi africani e il suo bacino ne occupa altri quattro. Un

trattato venne firmato da Egitto, Sudan e Gran Bretagna per stabilire la sua

suddivisione ma dopo l’Etiopia costruì una grande diga per garantire al paese

l’approvigionamento di acqua ma l’Egitto teme che ciò

riduca la percentuale di acqua a disposizione. Durante il giorno l’uomo

consuma molta acqua poiché tutti i prodotti hanno un’impronta idrica.

                                                                                                       

                                                                     

L’impronta idrica degli alimenti

È universalmente riconosciuto quanto l’acqua sia fondamentale per la vita,

ma molto spesso passa in secondo piano in che modo questa risorsa sia

cruciale anche per la sopravvivenza di qualsiasi essere vivente, piante e

animali, compresi quelli che si inseriscono nella nostra catena alimentare.

Tutto ciò che mangiamo, infatti, ha un suo costo in termini di acqua: si chiama

“impronta idrica” degli alimenti. È possibile ridurre il consumo di alimenti di cui

è riconosciuto l’ingente impatto idrico. Ad esempio, preferendo la carne di

pollo a quella di manzo, scegliendo il tè al posto del caffè e, in generale,

adottando soluzioni sostenibili come fanno i flexitariani, per esempio, oppure

seguendo una “dieta universale”. Una seconda strategia è quella di scegliere

alimenti con minor impatto idrico. Per esempio, scegliendo latte in una zona

dove ci sono buoni livelli di risparmio idrico in filiera. La criticità in questo

caso, è che ci sono poche informazioni sulle etichette. Bisogna sapere essere

consapevoli di quello che si mette nel carrello, evidenziato anche da Ismea

che dal 2019 ha dichiarato di voler modificare le etichette degli alimenti. Gli

italiani sono molto sensibili a quello che mangiano, questo lo dimostra anche

la ricerca di eccellenze come DOP e IGP, ma anche con un’attenzione alla

sostenibilità umana e ambientale del cibo.

Qual è l’impronta idrica dei cibi che portiamo normalmente sulle nostre

tavole? Si tratta di un dato molto importante, che non troviamo mai riportato

in etichetta. L’impronta idrica indica il volume di acqua necessario per

realizzare un prodotto a livello industriale, tenendo conto sia dell’acqua

effettivamente utilizzata che dell’acqua inquinata nei diversi processi

produttivi.

L’acqua potabile diventa un vero e proprio oro blu, a cui l’industria alimentare

attinge sempre più per garantire una produzione continua. Basta pensare ai

Paesi in via di sviluppo, in cui l’accesso all’acqua potabile è difficoltoso, se

non quasi assente, per capire che è giunto il momento di chiedere al settore

alimentare di contenere consumi e sprechi.

Ecco la classifica dei cibi che consumano più acqua secondo i dati di Water

Footprint Network.

Indice

Carne bovina (1kg-15400l d'acqua)

Tè verde (1kg-8.860l d'acqua)

Carne suina (1kg-6000l d'acqua)

Durante gli anni c’è stato un aumento di inquinamento soprattutto per l’acqua

ciò dovuto specialmente per le attività dell’uomo. Le prime acque inquinate

sono quelle sotterranee e le cause sono i rifiuti e pozzi perdenti. 




Le acque sotteranee

Quando queste acque vengono inquinate c’è una serie di contaminazioni

chimiche dell’acqua potabile. I pesticidi sono uno dei più noti inquinanti sia

dell’acqua sia del suolo, quindi queste acque devono essere protette da tutto

ciò. Per questo è stato necessario apprestare una tutela ad hoc per queste

acque, avvenuta il 12 dicembre 2006. Questa tutela si pone come scopo cioè

quello di istruire misure specifiche per prevenire e controllare l’inquinamento

delle acque sotterranee. Quello delle acque sotterranee emunte è una tema a

cavallo tra la tutela delle acque e la bonifica dei siti contaminati, si segnala

che ai soli fini della bonifica è ammessa la remissione, le acque devono

essere trattate nello stesso acquifero da cui sono giunte.

Un'importante causa dell'inquinamento delle acque dolci sono gli scarichi di

materiale organico, come gli scarichi urbani. Quest’ultimi consistono nelle

acque di rifiuto delle città che, smaltite attraverso le fognature, raggiungono i

corsi d’acqua e da questi vengono trasportate al mare. Queste acque

contengono grandi quantità di elementi come il fosforo e l’azoto (i detersivi).

L’accumulo di questi elementi causa l’espandersi di alghe microscopiche che,

non essendo smaltite, aumentano il consumo di ossigeno per i pesci,

provocandone la morte.

Nelle grandi città queste acque vengono trasportate in depuratori, ma a volte

questi non riescono a smaltire l’enorme quantità di elementi inquinanti,

purtroppo in Italia meno della metà degli scarichi vengono depurati. Le specie

che possono essere interessate dall'inquinamento di ecosistemi di acqua

dolce sono: insetti, crostacei, pesci, anfibi e alghe.

L’utilizzo dell’acqua durante la giornata

Ogni giorno usiamo grandi quantità d'acqua per molti scopi differenti: usiamo

l'acqua per lavare piatti, per fare la doccia, per tirare lo sciacquone, per

preparare la cena e per tanti altri scopi.

In media ogni italiano consuma quotidianamente 245l di acqua potabile e

pensare che solamente una doccia di 5 minuti consuma dai 75 ai 90 litri ,lo

sciacquone 16 litri e un carico di lavatrice consuma oltre 100 litri di acqua

potabile. Sono dei dati veramente preoccupanti, basterebbe veramente poco

per ridurre i consumi. Per esempio, basterebbe una piccola

manutenzione di un rubinetto che scorre che in media consuma oltre 100 litri

di acqua potabile al giorno, oppure, quanta acqua scorre a vuoto mentre

aspettiamo che raggiunge la temperatura desiderata? Basterebbe isolare

bene le condutture per ridurre i tempi di attesa risparmiando acqua ed

energia. Molte persone pensano che l'acqua sia una risorsa inesauribile ma

non è così. In molti paesi si fa un uso troppo eccessivo di queste risorse e il

più delle volte l'acqua è abbondantemente sprecata mentre invece nel

continente africano una persona consuma meno di 5 litri al giorno di acqua.

Non è difficile pensare che in futuro queste scarsità porteranno a molte

guerre.

Proprio per questo dobbiamo limitare i consumi per salvare l'acqua e la

nostra vita



                                                                                                        
                                                                    








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Glossary

                                                                                                               A= average, amount B= Boundar...